Verso la Ricomposizione

In questa nostra ricerca siamo partiti dal concetto di Realtà che, nel corso della storia del pensiero occidentale, si è venuta a poco a poco occultandosi per manifestare il primato dell’oggetto e della sua utilizzazione (cfr. “La Realtà Decurtata“).

La Realtà, la sua ricomposizione, passa attraverso la scoperta della ricchezza della manifestazione e della coscienza che la coglie, passa attraverso l’incremento dell’oggetto e del soggetto fino a fonderli in una nuova, superiore Realtà.

E’ questo il senso del lavoro della Meditazione, della Visione e dell’Etica: restituire al Reale il suo autentico spessore, dato dal suo essere vivo e manifestativo, essendo la Realtà un processo di auto-espressione, in cui sono strettamente connessi la coscienza e il fenomeno.

Eravamo altresì partiti dal nous, dal concetto nella sua dimensione più alta e più profonda, termine che può essere tradotto differentemente, ma che nella nostra tradizione filosofica e religiosa è stato reso con la parola “Spirito”.

Lo Spirito è la coscienza completata e trascesa, la non-dualità immanente e sovrastante i nostri ordinari processi conoscitivi.

Nello Spirito la sensibilità e la concettualità non sono più distinti come avviene nel caso della coscienza, ma sono fusi in un unico sentire consapevole del suo stesso processo.

Nello Spirito non vi sono oggetti esterni, ma soggetto trasformato, completato e risvegliato che proietta in sé la totalità dei fenomeni.

Questo Spirito è accessibile solo a partire dalla realizzazione dell’Archetipo, nel completamento ontologico della persona, come forma trascendentale dell’essere e della vita.

L’Archetipo completato è il vivente vero, autentico, il sentire che raggiunge la sua dimensione reale di consapevolezza.

Nelle tradizioni religiose, questo Archetipo è stato identificato con le figure del Sé realizzato, nei Buddha e nei Bodhisattva, come pure nella centralità salvifica del Cristo, ed esprime al contempo il perfezionamento del mondo fenomenico e l’ingresso nella Realtà Ultima, via via chiamata Dio, Nirvana, Buddhità, Talità.

E’ l’intersezione fra fenomeno e noumeno, il punto di passaggio fra le apparenze dualistiche e la dimensione più profonda della non-dualità.

La Realizzazione non è infatti né il conseguimento di un Ego Assoluto, né tantomeno un suo mero annullamento, ma una trasformazione oltre l’io e il non-io, il personale e l’impersonale, il fisico e il mentale.

E al contempo è la piena ricomposizione del mondo, il disvelamento che libera e incrementa la nostra attuale realtà e che si svolge in controcanto rispetto a tutti i limiti e distorcimenti entro cui lo abbiamo confinato.