Le Ragioni dell’Etica

L’etica è una delle tre vie che – se percorse fino in fondo – conducono al trascendimento delle distorsioni che caratterizzano l’esistenza umana.  

Queste tre vie non sono fra loro irrelate e autosufficienti in quanto presuppongono una fondamentale circolarità o interdipendenza.

Il giusto comportamento su cui si incentra l’etica è alla base della stabilità energetica e dell’armonia corpo-mente, consentendo alla meditazione di irrobustirsi e di non subire devianze, cadute o involuzioni.

Al contempo la meditazione è essa stessa supporto all’etica in quanto stabilizza la presenza e la rende più aderente al reale.

Nei confronti della visione, l’etica a sua volta contribuisce a potenziarne il focus sullo stato profondo, ricevendo da quest’ultima la capacità di chiarificare i presupposti, gli atti e le finalità.

Potremmo affermare che l’etica rappresenta in qualche modo il motore energetico del risveglio, motore che se si guastasse o solo perdesse colpi, renderebbe problematico e impraticabile l’intero percorso spirituale.

Questo motore è saldamente ancorato alla realtà in cui opera, fatto che è del resto comune anche alle altre vie.

Come la meditazione nasce dalle condizioni della presenza ordinaria per sanarla, armonizzarla e completarla e come la visione sortisce dall’esercizio del pensiero analitico per poi ultimamente trascenderlo, allo stesso modo l’etica sorge dallo statuto “razionale” dell’uomo per fonderlo e trasmutarlo nel più profondo sentire.

Il punto d’avvio antropologico dell’etica è infatti il riconoscimento dell’altro come di un me stesso e ciò avviene attraverso la logica, la quale mi rivela che il mio io, essendo un concetto, non è diverso dall’io di ogni altro essere.

L’autoriconoscimento pragmatico del concetto (io=io) è dunque il punto di partenza per l’edificazione e l’esercizio di ogni corretta etica.

Tutto ciò che nello svolgersi dell’etica viene guadagnato e arricchito oltre il mero piano della concettualità non contraddice, ma si fonda su questo presupposto essenziale.

I filosofi dell’antichità classica – da Socrate agli Stoici – avevano ben compreso la radice razionale dell’etica che è pratica della virtù, intesa come giusto agire (individuale, sociale, cosmico).

Il pensiero religioso espresso da Cristianesimo e Buddismo ne aveva invece sottolineato il carattere dell’amore e della compassione, come nucleo intimo ed essenziale.

Così, mentre i filosofi antichi si erano focalizzati precipuamente sulla virtù, lasciando in ombra l’aspetto della compassione, cristiani e buddisti avevano colto l’etica soprattutto come esercizio di amore-compassione, rischiando tuttavia – in tal modo – di non tenere in debito conto il suo fondamento razionale.

Vedremo di esplicitare più chiaramente questa affermazione, per il momento rileviamo in via generale che l’etica, almeno nella sua genesi umana (l’animale non ha di per sé “etica”), non si fonda esclusivamente sul sentimento, ma scaturisce da un ragionamento che fonda la possibilità della vita sociale. 

Un altro punto da sottolineare è che essa non è assimilabile alla morale in quanto, perseguendo il valore della giustizia e dell’armonia degli esseri e delle cose, è universale e transculturale, mentre la morale appare sempre legata al relativismo degli usi e costumi.

Infine, l’etica non va considerata neppure come semplicemente “spiritualistica”, dacché deve sempre misurarsi con la dimensione pragmatica dell’esistente.

I Tre Aspetti dell’Etica

Potremmo pensare all’etica come al giusto comportamento che si svolge nelle tre sfere in cui vive ed opera l’essere umano: la sfera naturale, quella sociale e quella spirituale.

Queste tre sfere, fra loro intimamente relate, costituiscono altrettanti aspetti dell’etica che si distinguono fra loro senza entrare in contraddizione reciproca.

Avremo dunque un’etica naturale che concerne il rapporto dell’uomo con la natura, un’etica sociale che si focalizza sul rapporto intersoggettivo con gli altri uomini, e infine un’etica spirituale che riguarda la relazione dell’uomo con la totalità, il senso e la verità di tutto l’essente.

Questa partizione è ad un tempo verticale (dalla natura alla società e dalla natura-società alla Realtà Fondamentale) e orizzontale (armonia inclusiva delle tre sfere dell’agire).

Vedremo come il non considerare la specificità di ogni ordine etico possa ingenerare confusione e anche sortire effetti che contraddicono l’armonia, la pienezza e quella “positività costruttiva”, a cui la stessa etica mira e con cui si identifica.