Realizzazione

Completamento dell’Archetipo

Abbiamo visto che esiste una sorta di sinergia fra l’ego e l’archetipo.

Da un lato l’ego imprime nel suo fondo archetipico i sentire che vengono elaborati nel corso della sua esistenza, dall’altro l’archetipo svolge la funzione di registrare e riprodurre tali sentire.

La vita appronta nell’ego l’affinamento e la diversificazione dei sentire attraverso lo sviluppo concomitante di tutte le componenti dell’individuo: struttura corporea e nervosa, apparato psichico, funzioni intellettuali e comunicative.

L’archetipo, dapprima limitato all’impressione dei sentire vitali fondamentali, si arricchisce in tal modo dei sentire mentali e poi anche di quei sentire che vengono ad elaborarsi nelle relazioni individuali e sociali che caratterizzano in primis lo statuto umano dell’esistenza.1)

Potremmo dire che oltre i sentire mentali, prodotti dalla elaborazione dualistica dell’io, a poco a poco fanno la loro comparsa sentire più fondamentali che noi definiremmo “sentire di coscienza”, i quali presuppongono l’unità, la partecipazione, l’identificazione con ciò che è oltre l’individuo.

Questi sentire di coscienza sono sentire che travalicano i limiti dei sentire egoici, per attestarsi nella consapevolezza senza partizioni, nella coscienza oltre l’ego.

Il completamento dell’archetipo è dunque un tutt’uno con il completamento del sentire e con il completamento stesso della coscienza.

Il ché implica che l’ego, che si era costituito attraverso lo sviluppo dei sentire mentali, dopo essersi strutturato e aver approfondito il senso della sua individualtà, inizia ad andare oltre se stesso, in una sorta di giro di boa che lo riporta all’unità profonda con la totalità della sua coscienza.

L’Individuo Trascendentale

Il completamento dell’archetipo, il raggiungimento dell’organicità delle sue funzioni rispetto alle configurazioni parziali e molteplici che stavano alla base del processo di costruzione dell’ego, rappresenta il presupposto della realizzazione di un uomo finalmente organico, dotato di una personalità non più conflittuale e frammentata.

Tale risultato, da un lato dipende dal concorso dell’insieme dei rapporti sociali e dai loro valori, dall’altro è il prodotto di un lavoro che l’individuo effettua su se stesso in quello che definiamo come “il sentiero spirituale”.

Si tratta innanzitutto di una armonizzazione del carattere e della personalità in cui tutti gli aspetti e i livelli presenti siano ricondotti alla centralità dei sentire più alti e più profondi.

In questo processo l’ego a poco a poco muta di segno, dissolvendo via via quei limiti in cui si era costituita la scissione fra sé, gli altri e il mondo.

L’apertura dell’ego non significa però totale esaurimento delle sue funzioni, così come non significa fine dell’io e delle sue operazioni.

Finché l’individuo vive in un corpo e in un mondo l’ego continua a svolgere il suo compito di difesa della vita e l’io a elaborare soluzioni soddisfacenti per sé e gli altri, anche se la centralità del sentire non sarà più situato in essi.

Proprio per questo, il processo di realizzazione non ci consegna un super-uomo, un essere divino che svetta sugli altri per poteri, capacità, che lo rendono diverso. Al contrario presuppone l’uomo vero, autentico perché completo, l’essere a cui il sentire naturale tendeva nella realizzazione della coscienza illuminata dall’archetipo.

Con ciò l’orizzonte vitale, culturale, intellettuale, si espande, il senso della consapevolezza si fa più profondo, il sentire stesso va persino oltre quegli stati di coscienza più partecipativi, fino a straripare in intuizioni ineffabili, veri e propri doni di grazia che lo aprono e lo immettono in territori inesplorati, infinitamente esplorabili.

Finalmente i confini si sgretolano. I limiti propri della consapevolezza che vedono nel mondo solo un oggetto utilizzabile o qualcosa di finito, tutto collocato entro le nostre rappresentazioni sociali, culturali, ideologiche, lascia il posto all’infinito stesso che sgorga nel nostro piccolo orizzonte, liberandolo e rendendolo autentico.

E’ il contatto con il trascendentale, con l’infinito che si rispecchia nel finito, di cui la coscienza diventa espressione e di cui noi diventiamo centro vivente.

Quel che si fa presente è il fondo infinitamente profondo, tanto che la realizzazione  non è qualcosa di definito e dato una volta per tutte, ma un percorso infinito nell’infinita trama della Realtà.2)

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1) Ricordiamo che tutti questi sentire, sono appercezioni, ossia dei sentire che contengono la percezione dell’ego unificata in essi. Cfr. l’articolo “Appercezione Egoica“.

2) Il buddismo ci parla di buddha e bodhisattva, esseri totalmente o parzialmente realizzati. Il cristianesimo di Cristo e dei santi. Nirvana, Regno dei Cieli, Talità, Trinità, sono solo alcune delle  formulazioni filosofiche-teologico-culturali che esprimono in un certo modo l’inesprimibile mistero  della Realtà.