Etica Sociale

Il primo gradino dell’etica è quello naturale.

E’ il gradino delle radici, dell’attenzione consapevole e virtuosa nei confronti della natura che include il mondo-ambiente, ma anche i mondi-corpi che costituiscono l’architettura biologica del vivente.

Il secondo gradino è l’etica sociale, che comprende al suo interno il primo: una società che non rispetta i suoi fondamenti biologici ma che, al contrario, si muove in opposizione ad essi, non ha futuro.

In questo secondo passo l’etica non ha più di fronte a sé i presupposti fisici del suo esserci, ma gli individui, considerati nei loro mutui rapporti reciproci e nelle forme sociali in cui tali rapporti prendono consistenza.

I Due Binari dell’Etica Sociale

L’etica sociale ha due in sé aspetti, diremmo quasi due “componenti binari” da cui sorge ed entro cui si sviluppa.

Il primo è il fondamento razionale che fa capo all’io.

Base di tutta l’etica sociale, il suo punto di avvio, è il fatto che ogni individuo, per la sola ragione di pensarsi come “io”, riconosce l’uguaglianza con sé di tutti gli altri “io” (io=io), i quali conseguentemente ne condividono il comune valore e dignità.

Questo riconoscimento è l’effetto di una relazione intersoggettiva in cui il rapporto io-io è colto come transitivo e reversibile (io-tu e tu-io) e fonda il piano della reciprocità che garantisce le regole degli atti e dei comportamenti umani.

Il secondo fondamento è un sentire.

L’etica non è solo un ragionamento astratto ma è intimamente mossa anche da tutti quei “sentire di relazione” che si sono sviluppati nell’arco evolutivo della vita stessa e che nelle società umane si approfondiscono e si ampliano in virtù dello sviluppo comunicativo, economico e politico conseguito.

Entro questa dinamica antropologica il sentimento empatico, già presente seppur in bozzo nelle specie animali, si affina sempre più e diventa quel secondo binario entro il quale scorre l’etica.

Individui, famiglie, comunità, nazioni, genere umano, trovano in questi sentire di partecipazione e di identificazione reciproca la sostanza stessa dell’etica.

Potremmo dunque affermare che i due binari dell’etica (ragione e sentire) costituiscono il comune minimo denominatore di ogni struttura sociale e in quanto tali devono mantenere un reciproco equilibrio e misura.

Questo affinché non si creino squilibri e scompensi vuoi verso l’astrazione normativa da un lato o fughe nel sentimentalismo individuale che pongano a repentaglio le strutture sociali attraverso cui il vivere comune si regge.

I Valori dell’Etica Sociale

L’etica sociale è quel livello di sentire che permette alle strutture comunitarie di funzionare al meglio.

Al contempo è un approfondimento e una inversione di segno di quei sentire individuali che erano un mero portato dell’ego.

L’etica sociale è così – ad un tempo – il prodotto dell’evoluzione naturale dei viventi e un modo per incrementarla e realizzarla a livello umano.

Diremo che essa si pone da un lato al di là del sentire naturale e al di qua del sentire spirituale.

E’ il punto di passaggio fra natura e spirito e per ben funzionare sul piano sociale deve includerli entrambi.

Un’etica sociale degna di questo nome deve infatti rispettare le basi naturali della vita e al contempo non limitarsi all’efficienza razionale, ma incrementare in sé empatia e spontanea affettività.

Essa si muove nel regno della convenzionalità, della normatività, ma non solo: è una porta aperta da cui e per cui transitano normalmente la natura e lo spirito.

I valori che essa esprime includono la componente razionale e quella spirituale, entrambe co-vissute nella relazione umana che si apre a un mondo, in una forma di consapevolezza che è al contempo nell’io e oltre l’io.

Così i valori, che rappresentano la sintesi di ragione e sentire e che vengono realizzati a livello comunitario, sono gli stessi valori dello spirito che si afferma e si manifesta sul piano del mondo.

Partecipazione, onestà, senso della comunità, lealtà, dedizione, spirito di sacrificio, spirito di servizio, stima, riconoscimento del valore individuale, costruttività, positività, attività, energia, intelligenza, comprensione, flessibilità, rispetto, educazione, senso dell’uguaglianza, della non discriminazione, dell’interesse per la cosa pubblica.

Il riconoscimento intersoggettivo da cui parte l’etica sociale e il suo attestarsi a livello del sentire comunitario fa sì che essa non possa venire identificata con la morale che è un suo sottoprodotto e che implica un aspetto abitudinario, ideologico, spiritualmente passivo.

La morale è relativa e transeunte, ma i valori dell’etica sociale sono trans-culturali e trans-storici.

Non per nulla le civiltà umane li accolgono nella loro fase propulsiva, mentre poi tendono a ridurli a mera espressione moralistica ed infine a perderli nella fase dissolutiva della loro decadenza.